Let’s start-up – 2016

Quando l’economia diventa Social: Inclusive business e self-employment per dcd e madri di pcd in Palestina

 

 

 

Capofila: EducAid

Paese: Palestina, Governatorati di Ramallah e Nablus

Finanziatore: AICS

Periodo: 36 mesi

Area tematica: inclusive business, sviluppo socio-economico, disabilità, uguaglianza di genere

Partner locali: Rantis Young Ladies Society, Aswat Society, Birzeit University (CDS Center for Development, studies); An-Najah University (Nabic An-Najah Business Innovation and Partnership Center); Camere di Commercio di Ramallah e Nablus.

Partner italiani: PIN – Yunus Social Business Center Università di Firenze (YSBCUF), Rete Italiana disabilità e Sviluppo (RIDS) Onlus, Agenzia Piano Strategico SRL.

Obiettivo generale: Promuovere l’Economia sociale in Palestina con un approccio Mainstreaming alla Disabilità

Obiettivo specifico: Promuovere iniziative di Inclusive Business attraverso la creazione e il supporto di imprese sociali che favoriscano l’occupazione e il self-employment di DCD e madri di PCD nelle aree di Nablus e Ramallah; sostenere il ruolo delle istituzioni pubbliche e delle DPOs come attori del processo di sviluppo socio-economico inclusivo attraverso il loro coinvolgimento attivo nella creazione e nel supporto delle imprese sociali nelle aree di Ramallah e Nablus.

Beneficiari diretti: 100 DCD e madri di PCD; almeno 6 DPOs; 2 camere di commercio (Nablus e Ramallah); 2 università (Birzeit e Nablus), rafforzate nel loro ruolo di attori dei processi di sviluppo inclusivo; Almeno 2000 studenti/neo-laureati sensibilizzati e forniti dell’opportunità di creare start-up sociali; Almeno 500 imprenditori palestinesi e italiani sensibilizzati sul tema dell’economia sociale e della disabilità.

Beneficiari indiretti: PCD e loro famiglie; studenti e neolaureati delle università di Birzeit e Nablus; il settore privato palestinese nel suo complesso; la comunità palestinese nel suo insieme.

Sintesi di progetto: dal 2012 l’economia palestinese ha registrato una ingente decrescita causata dall’occupazione israeliana, nonché dalla dipendenza dal mercato israeliano e dagli aiuti umanitari. Tale recessione ha inevitabilmente prodotto un sostanziale declino del PIL pro capite e un netto aumento del tasso di disoccupazione, nel 2015 giunto al 27% (di cui 23,9% uomini e 38,5% donne), secondo quanto registrato dai dati ILO. Naturalmente, la situazione si aggrava considerando le fasce più deboli e vulnerabili della società, tra cui le persone con disabilità, PCD, che già prima della crisi nel 2011 risultavano disoccupate per l’87%, secondo i dati del Palestinian Central Bureau of Statistics. Le donne con disabilità, inoltre, subiscono una discriminazione ancora più profonda, in quanto esse sono costrette a convivere con un duplice stigma, causato dal fatto di essere persone con disabilità e donne in una società fortemente patriarcale. Da ciò ne consegue che le donne con disabilità sono private dell’accesso al mercato del lavoro, e la mancanza di autonomia economica aggrava la loro situazione di dipendenza.  Le barriere che le DcD si trovano ad affrontare nella ricerca di un lavoro e dell’indipendenza economica sono causate da molteplici fattori, fra cui: una forte stigmatizzazione sociale; una scarsa implementazione delle normative relative ai loro diritti, come la legge palestinese 4/99 e la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità); la debolezza delle Disabled People Organizations, DPOs, locali; la prevalenza di un approccio meramente assistenzialista nei confronti della disabilità.

Questa situazione di isolamento risulta essere analoga per le madri di PCD, le quali devono farsi totalmente carico della cura dei figli, vedendo in tal modo ridurre le loro opportunità di inclusione socio-economica.

In un tale contesto, appare pertanto fondamentale la promozione di uno sviluppo economico inclusivo in grado di favorire sia una maggiore occupazione delle donne con disabilità e delle madri di PCD, identificando nel lavoro una delle chiavi per l’avanzamento dei loro diritti socio-economici, sia una maggiore attenzione verso i bisogni delle PCD mediante il rafforzamento del ruolo delle DPOs e delle istituzioni pubbliche, attori del processo di sviluppo.

Tale sviluppo passa dalla creazione e dal supporto di nuove iniziative di imprenditorialità sociale, che coinvolgano in prima linea le donne con disabilità per promuovere la loro autonomia e riscatto sociale. Al contempo, attraverso la promozione di iniziative di inclusive business sostenuto da stakeholder locali, verrà avviato un nuovo modello economico palestinese che contribuisca alla riduzione della dipendenza dal mercato israeliano e dagli aiuti internazionali.